La costruzione della chiesa parrocchiale risale, secondo la tradizione, alla prima metà del XV secolo; ciò trova conferma sia dalle ricerche archivistiche, che dall'analisi dello stile architettonico dell'edificio.
Esplicativo, al riguardo, è pure l'esame degli elenchi delle chiese che pagavano il cattedratico al vescovo di Torino. In origine l'interno dell'edificio era molto più piccolo dell'attuale in quanto, a levante e ai lati, non presentava la campata rivolta verso la strada pubblica e le due cappelle poste l'una a destra e l'altra a sinistra dell'altare maggiore; inoltre a ponente non disponeva del coro. L'erezione delle prime tre strutture risalgono tra la fine del XVI secolo e l'inizio del successivo.
In quel periodo vennero collocati dieci altari, poi ridotti a nove, appoggiati alle pareti delle navate laterali. Successivamente la chiesa sottostò ad altri importanti lavori di ristrutturazione, di cui ricordiamo, nel 1656-76, il radicale restauro disposto dal parroco don Lorenzo Bazani; nel 1715-1723, la trasformazione dell'interno dall'originario stile romano-gotico al barocco; nel 1855-57, la costruzione del coro verso ponente; nel 1913-15, l'adattamento dell'intera struttura al neogotico; nel 1998-2008, gli impegnativi restauri dell'edificio religioso, del campanile e della casa canonica, nonché la ricostruzione dell'oratorio e del locale adibito a sala per la musica. All'inizio del Settecento la parrocchia variò la dedicazione da Santa Maria della Rotonda a San Michele Arcangelo.
Nella chiesa parrocchiale, oltre gli affreschi risalenti ai primi anni del Cinquecento e le tele del Molineri e del Chiantore, sono custodite altre opere di particolare interesse artistico quali le tre statue lignee di Giovanni Battista Bernero, la più interessante delle quali è detta La Madonna dei giovani; l'organo acquistato nel 1856 dalla ditta Vittino Vegezzi-Bossi; la settecentesca ancona in legno scolpito che rappresenta il transito di San Giuseppe; le numerose tele raffiguranti San Marziano (datazione 1790-1810), San Vincenzo Ferreri (1810), la Pietà (1750 circa), Caino e Abele (prima metà Settecento), Adamo ed Eva (prima metà Settecento), San Giovenale, Santa Lucia, Santa Caterina, il Sacro Cuore di Gesù e di Maria temporaneamente custodite nella casa canonica. (L.C.)